LEZIONE DI VITA

"Se pari non puoi tirare".
Queste parole rimarranno scolpite nelle nostre menti, le tramanderemo ai nostri figli e poi ai nipoti e così via, così che anche i posteri potranno trarne giovamento e farne buon uso.
Se è tutto l'anno che ci lamentiamo degli arbitri del CSI posso dire con assoluta certezza che quello di venerdì sera è stato senza dubbio il migliore.
La persona più scazzata sulla faccia della terra.
Ha aspettato venti minuti prima di dare il fischio di inizio e poi, probabilmente stufo di dover stare alle regole, ha deciso di reinterpretare a proprio piacimento il regolamento del calcio a 5.
Il risultato non è stato male, la trama è stata ricca di colpi di scena e mai scontata, ma ciò che distingue un film comune da un grande film è il finale.
Qui si è vista la mano dell'artista che, con una naturalezza ancora sconosciuta al grande pubblico, ha pronunciato la frase che per lungo tempo sarà il faro che illuminerà il cammino delle nostre vite: "Se pari non puoi tirare".

Tralascio il fatto che la partita di venerdì era contro la ACS Bicocca, ottima squadra che occupa la primissima posizione in classifica del campionato, tralascio anche il fatto che abbiamo pareggiato 4-4, che abbiamo preso due traverse e un palo, che avremmo dovuto calciare diversi tiri liberi e che avremmo meritato di più.
Tralascio anche la voglia che ci abbiamo messo e gli importanti passi in avanti che abbiamo fatto. Tralascio lo spettacolo offerto durante i rigori (tutti sbagliati).
Tralascio tutto, perchè davanti alle illuminanti parole del direttore di gara nulla ha più lo stesso valore.
Se paro non posso tirare...è da tre giorni che non bevo perchè ho mangiato e che non cago perchè sono andato a pisciare.
La vita è sacrificio, un grande uomo ci ha aperto gli occhi.
Grazie di tutto arbitro, ti porteremo sempre con noi.

Coglione.